Valutazione dell’efficacia clinica del
Questionario di Valutazione del Rischio per i Figli
(Divorce Risk Assessment Interview – DRAI)
​1. INTRODUZIONE
La separazione dei coniugi è un fenomeno ormai in costante aumento in molti Paesi europei e
non. Nel 2015 è stato registrato un numero pari a 91.706 separazioni coniugali (+2,7% rispetto
all’anno precedente), il 53,6% delle quali coinvolgeva nuclei familiari con figli minori (Istat, 2016).
Il processo di separazione si rivela essere un lungo e faticoso percorso, spesso non esente da
imprevisti e contraddizioni, in cui i vissuti emotivi di rabbia e sofferenza si mescolano all’interno
dell’ambito legale e giudiziario, finendo inevitabilmente per creare alti livelli di ostilità tra la
coppia. Il più delle volte, il conflitto tra i genitori coinvolge, loro malgrado, anche i figli minori:
durante l’infanzia e l’adolescenza, la probabilità che i figli di coppie separate abbiano problemi
scolastici, relazionali e comportamentali o che manifestino sintomi legati ad ansia e depressione è
superiore di circa un terzo rispetto ai loro coetanei.
Alla luce di questi dati, il Centro Studi Famiglia, che da diversi anni si occupa della presa in
carico di famiglie che attraversano la crisi separativa, ha preso atto della necessità di poter contare
su strumenti costruiti ad hoc per supportare e migliorare l’intervento rivolto alle famiglie, tutelando
in primo luogo i minori. Da questa evidenza nasce l’iniziativa di realizzare un questionario che
possa guidare il lavoro del professionista nella gestione del conflitto familiare e sensibilizzare i
genitori in modo da limitare il danno che potrebbe ricadere sui figli.
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2. OBIETTIVO
Nel corso dell’ultimo anno il Centro Studi Famiglia ha realizzato un questionario per misurare il
rischio evolutivo dei minori coinvolti nella separazione; lo strumento è rivolto a professionisti che a
vario titolo operano quotidianamente nell’ambito della separazione e del divorzio.
Il nostro obiettivo è ora quello di diffondere la conoscenza rispetto a questo strumento e
incoraggiare il suo utilizzo nella presa in carico della famiglia. Il fine ultimo è quello di indagare da
un punto di vista qualitativo l’efficacia clinica dello strumento e ottenere informazioni circa la
possibilità di integrarlo come tecnica di supporto nel lavoro con i genitori: coinvolgendo in prima
persona i professionisti e le coppie che essi incontrano, intendiamo, dunque, proporre una nuova
pratica che supporti l’intervento con la famiglia, fornendo indicazioni sulla situazione separativa e
sulle delicate dinamiche relazionali in gioco all’interno del nucleo familiare.
In questo senso la proposta di utilizzare il questionario consentirà non solo la raccolta di
informazioni circa la sua applicabilità nel contesto clinico, ma viene già a delinearsi come tecnica di
supporto all’intervento che può fin da subito rivelarsi utile nel lavoro del professionista, in modoche i partecipanti coinvolti, operatori e famiglie, possano percepirsi come alleati protagonisti del
proprio processo separativo e, allo stesso tempo, responsabili della gestione del conflitto e della
tutela del figlio, elemento che già di per sé potrebbe rivelare una propria efficacia terapeutica.
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3. PROGETTAZIONE DEL QUESTIONARIO
Lo strumento è stato costruito allo scopo di indagare la presenza e la gravità dei fattori di rischio
all’interno del nucleo familiare che attraversa la crisi separativa. L’obiettivo è quello di raccogliere,
riordinare e confrontare le percezioni della coppia e del professionista che l’ha in carico rispetto alle
dinamiche familiari, in modo che sia possibile, successivamente, riflettere su come la crisi
separativa influisca sul minore e, in generale, sulle relazioni familiari. A tal fine lo strumento vede
la stesura di due versioni, identiche nei contenuti; la prima è dedicata ai genitori e mira ad indagare
la loro percezione rispetto al funzionamento familiare; la seconda è rivolta al professionista che
potrà utilizzarla per ottenere un quadro generale della situazione familiare e confrontare la sua
percezione rispetto a quella della coppia.
Sebbene diversi studi abbiano dimostrato che i figli di genitori separati o divorziati mostrano
maggiori problemi comportamentali, emotivi, cognitivi e scolastici rispetto ai coetanei che vivono
in nucleo familiari intatti (Clarke-Stewart & Brentano, 2006; Lansford, 2009; Di Stefano, 2014), la
nostra ipotesi di partenza è che le difficoltà dei figli non derivino tanto dall’evento separativo in sé,
quanto dal conflitto prolungato dei genitori.
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3.1. Letteratura scientifica
In vista della realizzazione dello strumento e al fine di individuare i costrutti di interesse, è stato
condotto uno studio approfondito della letteratura scientifica che, negli ultimi anni, si è interessata
al tema della separazione e del divorzio. In particolar modo, l’attenzione è rivolta ad approfondire le
tematiche della separazione coniugale, del conflitto tra i genitori (Cigoli & Scabini, 2006; Clarke-
Stewart & Brentano, 2006; Lansford, 2009) e dei fattori di rischio e di protezione che possono
influenzare, rispettivamente, in modo negativo o positivo la crescita dei figli minori (Hetherington
& Kelly, 2002; Hopf, 2010; Di Stefano, 2014).
Nella ricerca della letteratura di riferimento ci si è concentrati sulla raccolta e lo studio di
materiale scientifico (manuali, libri, articoli…) pubblicato in Italia e all’estero, attraverso l’ausilio
di strumenti informatici e non. Viene considerata soprattutto la letteratura psicologica di recente
pubblicazione, tenendo conto di un lasso temporale che copre gli ultimi 10/15 anni circa.
È stato, infine, raccolto materiale relativo a questionari già esistenti e validati all’estero che
indagano il funzionamento familiare e il livello di adattamento dei figli in seguito alla crisi
genitoriale (Portes, Smith & Brown, 2000).
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3.2. I concetti teorici di riferimento
Il principale costrutto che il questionario mira ad indagare è il rischio evolutivo per il minore
coinvolto nella separazione dei genitori; con questo termine si fa riferimento a quella particolare
condizione di fragilità che può portare il figlio ad intraprendere percorsi di sviluppo mal adattivi,
spesso dando vita a problematiche di tipo psicologico e/o comportamentale. La condizione di
rischio è definita da una serie di variabili di origine diversa (ambientale, relazionale, di
personalità…) che, interagendo tra loro, possono determinare lo sviluppo atipico dell’individuo,
laddove quest’ultimo non sia in grado di utilizzare e gestire adeguatamente le proprie risorse. Nella
progettazione del questionario vengono, perciò, prese in considerazione quelle particolaricondizioni di vita e quei fattori di rischio che, se presenti all’interno del nucleo familiare,
potrebbero diventare causa di sintomatologie a rischio di evoluzione patologica.
A tal proposito lo studio della letteratura scientifica ha permesso di individuare una serie di
variabili, direttamente osservabili all’interno delle dinamiche familiari, che possono aumentare
considerevolmente il rischio che i figli sviluppino problematiche future (Sun & Li, 2009; Hopf,
2010; Di Stefano, 2014).
In seguito al confronto con la letteratura relativa al tema in questione, per la costruzione del
questionario abbiamo scelto di considerare quelle variabili che maggiormente caratterizzano le
famiglie in fase di separazione. Tra queste rientrano: il livello di ostilità tra i genitori; la presenza di
comportamenti di esclusione di un genitore nei confronti dell’altro; le modalità in cui il minore è,
più o meno consapevolmente, coinvolto nel conflitto; il livello di accordo e condivisione tra i
genitori rispetto alle questioni educative; la qualità della comunicazione nella coppia e tra genitori e
figli; la presenza di problematiche emotive (depressione, rabbia…) e comportamentali (difficoltà
scolastiche, abuso di sostanze, comportamenti esternalizzanti…) mostrate dai genitori o dai figli; la
presenza di relazioni significative e supportive all’esterno della famiglia; la disponibilità e le
modalità di gestione delle risorse economiche.
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Infine le variabili di interesse sono state raggruppate in 8 dimensioni, di seguito descritte, che
rappresentano i maggiori fattori di rischio per lo sviluppo del figlio:
- Intensità del conflitto ed esposizione dei figli (6 item)
Si riferisce a uno dei fattori di rischio più importanti per i bambini. Le ricerche hanno infatti
dimostrato che la qualità della relazione post-separazione dei genitori costituisce la variabile
cruciale nell’adattamento dei figli (Clarke-Stewart & Brentano, 2006; Di Stefano, 2014;
Ranieri, Molgora, Tamanza, & Emery, 2016). Il modo con cui i bambini si adattano alla
separazione dei genitori dipende soprattutto da come i genitori stessi gestiscono questo
processo;
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- Esclusione/denigrazione di un genitore (5 item)
L’esclusione di un genitore è un elemento di forte rischio per lo sviluppo dei figli che hanno
diritto di mantenere rapporti affettivi con entrambi i genitori. È necessario che entrambi i
genitori legittimino l’altro nella propria funzione di padre e di madre per conservare un legame
genitoriale, nonostante quello coniugale si sia rotto;
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- Problemi dei figli (4 item)
La separazione ed il divorzio sono due eventi che non solo possono destabilizzare l’equilibrio
familiare, ma soprattutto possono acutizzare delle fragilità già presenti nei bambini. Infatti, un
minore, se già fragile caratterialmente, potrà subire maggiori contraccolpi nella sua crescita e
nel suo equilibrio psico-fisico rispetto ad un minore che riesce a far fronte a questo evento
traumatico con le capacità di resilienza di cui è dotato;
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- Comunicazione familiare e coerenza educativa (5 item)
Il modo migliore per non gravare eccessivamente sui figli è la capacità di entrambi i genitori di
garantire loro una relazione stretta, una base genitoriale sicura, comunicando tra loro e
facendolo in modo efficace. Per quanto riguarda l’educazione dei figli, se i genitori non si
sforzano di concordare una linea educativa condivisa, si può mettere in moto un circolo vizioso,
per cui il genitore rigido tenderà ad essere sempre più rigido, quello permissivo sempre più
permissivo, ed i figli sempre più disubbidienti;
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- Problemi dei genitori (4 item)
Le situazioni che più di altre possono porre i figli a rischio di sviluppare problemi
comportamentali ed emozionali, in seguito a separazione, possono essere: lo stato depressivo di
uno o entrambi i genitori, che determina un allontanamento affettivo dai figli; l’abuso di
sostanze stupefacenti da parte di uno o entrambi i genitori, che rende spesso le cure parentali
inadeguate; il disinteresse del padre, che spesso causa un abbassamento dei livelli di autostima
nei figli, in particolare se questi sono nella fase adolescenziale;
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- Isolamento sociale (5 item)
Il fattore che maggiormente influenza la reazione dei figli alla separazione dei genitori, oltre
all’età, al temperamento ed alla qualità del rapporto che ciascun genitore intrattiene col figlio e
con l’altro genitore è il sostegno sociale che si riceve dagli altri membri della famiglia, dalla
scuola o dai coetanei. È molto importante poter contare su una rete parentale ed amicale che
possa fungere da protezione e supporto sia per i genitori che per i figli, nel delicato periodo di
transizione al nuovo assetto familiare;
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- Problemi economici (3 item)
Il conflitto tra genitori, il più delle volte, attiene a questioni economiche che riguardano la
diminuzione del reddito, dal momento che ciascun ex coniuge, dopo l’evento separativo, si
trova a far fronte a nuove spese che prima sosteneva in modo congiunto. Questo clima di
tensione e di agitazione dei genitori, per il fatto di non avere sufficienti risorse economiche,
viene percepito negativamente dal bambino, generando in lui insicurezza e preoccupazione;
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- Affidamento e collocamento (3 item)
L’evento separativo porta necessariamente con sé la necessità che entrambi i genitori trovino un
accordo rispetto al collocamento del bambino presso l’abitazione di uno dei due. Inoltre, risulta
di fondamentale importanza stabilire le modalità delle frequentazioni con il genitore non
affidatario. Infatti, è necessario che i genitori si focalizzino maggiormente sui bisogni del
bambino, assicurandogli una frequentazione continuativa ed alternata. La priorità deve essere
data alle esigenze del bambino che ha bisogno di mantenere un rapporto costante con entrambi i
genitori, anziché agli egoismi degli adulti che spesso lo trattano come oggetto di scambio e non
come soggetto con bisogni.
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3.3. La redazione del questionario
La forma del questionario sembra essere quella più adeguata per valutare un contesto ricco di
temi delicati come quello della separazione e del conflitto tra gli ex coniugi.
Il questionario potrà essere compilato in modalità autosomministrata attraverso piattaforme online
o, in alternativa, materiale cartaceo. La somministrazione autonoma dello strumento consente alla
persona di ritagliarsi un tempo e uno spazio specificatamente dedicato alla riflessione rispetto alla
crisi familiare e alle dinamiche conflittuali; ciò permette l’emergere di una maggiore
consapevolezza anche rispetto ai propri comportamenti che mantengono il conflitto con il partner o
che potrebbero danneggiare il figlio. Durante la somministrazione può essere presente il
professionista che ha il compito di risolvere dubbi o incomprensioni del genitore circa le domande
del questionario, ma che deve astenersi dal dare qualsiasi suggerimento che possa in qualche modo
condizionare la risposta.Le domande relative alle variabili di interesse sono state formulate utilizzando una forma chiara e
un linguaggio semplice. Sono state eseguite alcune somministrazioni di prova e, in seguito, alcuni
item sono stati riformulati per permette una compilazione più semplice e rapida. Al fine di evitare la
tendenza a fornire risposte stereotipate alcuni item sono stati invertiti.
Tale fase di lavoro si è conclusa con la creazione del questionario nella sua duplice versione, per i
professionisti e per i genitori. Sono stati formulati in totale 34 item, successivamente aumentati a
35 in seguito alle operazioni di verifica, per ognuno dei quali è stata prevista una modalità di
risposta su scala Likert a 6 passi (1=completamente in disaccordo; 6=completamente d’accordo).
Gli item sono stati infine raccolti nelle 8 dimensioni descritte precedentemente.
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3.4. Come utilizzare il questionario
Il questionario è stato pensato come strumento di supporto nel lavoro con le famiglie, utilizzabile
da qualsiasi professionista coinvolto nel processo separativo dei genitori (psicologi, assistenti
sociali, avvocati…). Lo strumento è diviso in due parti, i cui contenuti sono identici: una versione
verrà compilata dal professionista, l’altra da uno o da entrambi i genitori.
Al termine della compilazione, i risultati saranno forniti tramite e-mail ai rispettivi destinatari. Il
report finale contiene il punteggio globale ottenuto al test e i punteggi dei singoli fattori di rischio
che indicando quanto un determinato fattore è presente nella famiglia e quanto la sua gravità
potrebbe potenzialmente influire sullo sviluppo del minore.
Il report include anche un istogramma che consente una visualizzazione immediata del livello
raggiunto da ciascuno fattore di rischio e fornisce un’immagine globale della situazione familiare.
I risultati ottenuti dal professionista e dai genitori possono in seguito essere confrontati,
discutendo insieme le eventuali differenze tra i vari profili. Questa modalità di gestione dello
strumento aiuta a mettere in risalto la percezione dei singoli attori coinvolti nella separazione,
incoraggiando una riflessione che consenta ai genitori di porsi da un diverso punto di vista rispetto
alla propria opinione iniziale. Le reazioni che si potrebbero ottenere sono molteplici: è possibile,
per esempio, che i coniugi si rendano realmente conto degli effetti distruttivi che il conflitto di
coppia sta avendo sulla relazione di entrambi con il figlio; oppure il professionista potrebbe aver
stilato un profilo molto più positivo rispetto a quello dei coniugi, cosa che contribuisce a
rassicurarli, diminuisce la loro preoccupazione e il livello d’ansia; o, ancora, uno dei genitori
potrebbe rendersi conto di aver sottovalutato un determinato fattore di rischio che, invece,
preoccupa molto l’altro.
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4. METODO
4.1. I destinatari del questionario
La ricerca verrà svolta coinvolgendo da una parte i professionisti che lavorano nell’ambito della
separazione coniugale e che forniscono supporto alle famiglie da un punto di vista legale, sociale o
psicologico, dall’altra coppie che hanno preso la decisione di separarsi o in situazione di crisi
familiare dopo la separazione e con almeno un figlio di età pari o superiore ai 3 anni.
4.2. Raccolta dati e tempistiche
Verranno contattati gli enti presenti sul territorio milanese che operano nel campo della
separazione e del divorzio e il questionario sarà distribuito ai professionisti che accetteranno
volontariamente di partecipare allo studio.
Nella fase precedente la somministrazione, i professionisti del Centro Studi Famiglia
organizzeranno degli incontri di formazione appositamente pensati per presentare lo strumento e lesue modalità di utilizzo. Durante tali incontri gli operatori avranno l’occasione di porre domande e
dubbi rispetto al questionario, ma il Centro Studi Famiglia rimarrà in contatto con loro durante
l’intera durata del progetto per verificare eventuali problematiche riferite all’utilizzo dello
strumento.
In seguito alla compilazione verranno restituiti i risultati tramite posta elettronica, secondo le
modalità precedentemente descritte. Nella e-mail di restituzione i professionisti potranno trovare
anche un link di rimando al sito ufficiale del Centro Studi Famiglia, dove sarà possibile compilare
un breve format e lasciare un commento rispetto alle proprie impressioni sul questionario.
Ogni 3 mesi il Centro Studi Famiglia organizzerà un incontro di gruppo al quale saranno invitati
tutti i professionisti coinvolti nel progetto allo scopo di discutere in modo approfondito la loro
personale esperienza nell’utilizzo del questionario e raccogliere la loro opinione rispetto
all’efficacia clinica dello strumento.
Il progetto avrà una durata totale di un anno, al termine del quale verranno valutate e confrontate
le informazioni raccolte.
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BIBLIOGRAFIA
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Erlbaum.
Clarke-Stewart, A., and Brentano, C. (2006). Divorce: Causes and consequences. Yale University
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Di Stefano, G. (2014). Parental separation and child adjustment: longitudinal perspective and risk
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Istat. (2016). Matrimoni, separazioni e divorzi. Roma: Istituto Nazionale di Statistica. http://
Hetherington, E., M., and Kelly, J. (2002). For Better or For Worse: Divorce Reconsidered,
National Review-Bristol Connecticut, 54 (5), pp. 50-51.
Hopf, S. M. (2010). Risk and Resilience in Children Coping with Parental Divorce. Dartmouth
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Lansford, J., E. (2009). Parental divorce and children's adjustment. Perspectives on Psychological
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Portes, P., R., Smith, T., L., and Brown, J., H. (2000). The Divorce Adjustment Inventory-Revised,
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Ranieri, S., Molgora, S., Tamanza, G., and Emery, R., E. (2016). Promoting coparenting after
divorce: A relational perspective on child custody evaluations in Italy. Journal of Divorce &
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Sun, Y., and Li, Y. (2009). Postdivorce family stability and changes in adolescents’academic
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